C.M.: Io vivo perennemente nell’ansia
Tr.: L’ansia ce l’abbiamo tutti, quando è troppo intensa e frequente ci compromette le nostre attività quotidiane ed in questo caso è importante chiedere aiuto perché nella mia esperienza posso dirle che è risolvibile.
A.D.: Il buio é solo assenza di luce…trasformare la paura in coraggio…ritagliarsi 10 minuti per dirsi ad alta voce le peggior fantasie che teniamo dentro e ci bloccano…trasferire su di un quaderno data, ora, luogo, con chi, durata e sensazioni di un attacco di panico o di ansia… etc etc etc… Tutto molto teorico , bellissimo, interessante ma, difficile e non semplice da mettere in pratica.
Tr.: Si hai ragione A.D. ci vuole molto impegno sia da parte del terapeuta e sia del cliente, a mio avviso la parte più difficile è scegliere il terapeuta che più è affine alla propria personalità e problematica. Aldilà del rapporto professionale rimane in primis un incontro tra due esseri umani con le proprie sensibilità e risorse professionali e umane
R.O.: Brutta cosa definirlo cliente
Tr.: Ciao R.O. avevo già precedentemente riportato in un altro post il mio punto di vista in merito a questo argomento: “La disputa tra l’utilizzo di cliente e paziente è stata recentemente sollevata da diversi approcci terapeutici. Il termine paziente nell’immaginario collettivo potrebbe indicare una categoria, un’etichetta, un giudizio e pregiudizio. L’idea del cliente nasce dalla necessità di proporre una psicoterapia non direttiva dove non ci sia un giudizio classificatorio, ma bensì un rispetto reciproco e autentico tra due persone come fondamento base di una relazione terapeutica. Tuttavia non è sbagliato utilizzare entrambi i termini in quanto il loro valore cambia rispetto all’interpretazione che ognuno di noi vuol dare o si sente di dare.”
F.C.: E della paura della morte?
Tr.: Salve F.C., è una paura legittima e diffusa. Per esempio ci permette di non metterci in pericolo evitando situazioni oggettivamente pericolose per la nostra incolumità fisica e psicologica. Il problema nasce quando questa paura diventa invalidante e ci compromette la quotidianità. Per esempio non ci fa uscire di casa, oppure quando ci fa evitare la maggior parte delle situazioni quotidiane. Inoltre la morte è la perdita della vita, della propria coscienza e consapevolezza, perdita di controllo ecc. Ciascuno di noi rappresenta il concetto di morte in relazione alla propria storia di vita. Come potrai ben capire è un tema estremamente complesso e tramite chat è arduo dare una risposta esaustiva.