Tra breve inizierà la scuola, quindi ho pensato di postarvi un articolo che possa essere utile e pratico per aiutare voi e i vostri figli ad affrontare le difficoltà durante il nuovo anno scolastico ormai alle porte. In questa interessante pubblicazione troverete spunti di riflessione e consigli pratici su come aiutare i propri figli a svolgere i compiti. Il sentimento cooperativo e paritetico sono gli atteggiamenti migliori per aiutare vostro figlio nella motivazione e autostima. Verbalizzare il proprio stato emotivo e preoccupazione prima di un esame o compito in classe è sempre molto utile per alleviare ansie e paure. Se il risultato di un compito è negativo, “rimproverate” e subito dopo incoraggiate vostro figlio a fare di meglio la prossima volta (perchè vi è la possibilità di riparare allo sbaglio e al rendimento negativo con l’impegno e la tenacia), senza rischiare di generalizzare e legare il rendimento scolastico al giudizio svalutativo (e pericoloso) dell’essere una persona sbagliata, fragile, incompetente, inefficace, ma limitare le proprie considerazioni alla materia scolastica. D’altro canto se raggiunge un obiettivo soddisfacente e viene valutato positivamente dalla scuola, va rinforzato, premiato, festeggiato il traguardo raggiunto seppur piccolo e apparentemente insignificante agli occhi di noi adulti. Gli occhi di un bambino sono molto diversi e più sensibili, rispetto agli occhi di un adulto stanco e usurato dal tempo che troppo spesso sminuisce ed è poco sensibile alle piccole gioie della vita. Ricordo infine di proteggere il ‘setting’ di studio da possibili turbolenze famigliari quali tensioni e scontri con il partner per salvaguardare la concentrazione del ragazzo.
L’articolo che ho deciso di inserire per aiutare i propri figli ad affrontare le difficoltà e sostenerli nello studio, è stato redatto dalla collega Dott.ssa Debora Pratesi, Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale di Grosseto. Ho integrato l’articolo con ulteriori indicazioni personali per completare questa guida sintetica, pratica ed essenziale.
Rif.: www.psicoterapia-cognitiva.it/i-compiti-a-casa-che-incubo/
Aiutare i genitori a sostenere i figli nei compiti a casa.
I compiti che i bambini svolgono a casa dopo la scuola rappresentano un importante momento in cui essi hanno la possibilità consolidare le conoscenze acquisite a scuola in maniera autonoma e il loro svolgimento stimola ulteriormente l’autonomia e la responsabilità.
I compiti a casa rappresentano per alcuni un piacevole momento di confronto e di condivisione con i propri figli, mentre per altri appare un momento problematico di tensione e scontro con loro; accade infatti spesso che i figli si rifiutino di studiare con conseguenti messe in atto da parte dei genitori di punizioni di ogni genere che risultano comunque non del tutto e sempre efficaci.
In studio ci troviamo spesso ad affrontare tale tema con i genitori e a confrontarci su quale possa essere l’atteggiamento educativo più adeguato ed efficace. Seppure esso va spesso individualizzato, possiamo individuare alcune “regole” fondamentali da seguire affinché si crei un terreno fertile per svolgere i compiti a casa da parte dei figli, come ad esempio:
- Identificare un orario adatto di inizio dei compiti, con eventuali pause intermedie;
- un luogo di studio tranquillo, ben illuminato, possibilmente senza fonti di distrazione;
- aiutare il figlio ad organizzare il materiale necessario e stabilire una scaletta dei compiti da eseguire;
- la disponibilità del genitore, o chi per lui, nel momento in cui il bambino si trova di fronte un ostacolo o una difficoltà.
Una regola molto importante che i genitori dovrebbero seguire si riferisce al non sostituirsi a loro nel fare i compiti, non suggerire quindi loro soluzioni ma stimolarlo e guidarlo a trovarle in autonomia. Il compito del genitore è tenere un atteggiamento di sostegno sedendosi accanto al figlio, con pazienza, senza giudizio o atteggiamenti di umiliazione in presenza di errori, comunicando la loro fiducia nelle sue capacità, così che si possa creare un terreno in cui i bambini possano scoprire i propri talenti e quindi stimolare il piacere ad apprendere.
Un aspetto che risulta centrale riguarda la motivazione allo studio e alle nuove conoscenze, quindi è fondamentale sostenere ed aumentare la motivazione dei figli a fare i compiti, incoraggiandoli ad esempio al risultato, non subito, ma incentivandoli a migliorare sempre di più; ciò che è importante è che venga premiato lo sforzo che il bambino ha impiegato per migliorare.
Spesso i bambini si sentono in competizione con altri compagni di classe e a volte si corre il rischio da parte degli adulti di paragonarli ad altri bambini che hanno raggiunto risultati migliori di lui con l’intento di incoraggiarli, questa strategia potrebbe risultare negativa e peggiorare la loro motivazione; risulta invece importante concentrarsi principalmente sul bambino ed i passi in avanti da lui raggiunti.
Sviluppare inoltre una relazione positiva con loro in modo che il bambino non si senta sotto pressione, ma comprenda invece che il loro rendimento risulta importante per lui stesso, concedendo libertà di espressione delle difficoltà che potrebbero aver procurato brutti voti. Molto spesso i bambini fanno i compiti per motivi completamente diversi da quello di consolidare gli apprendimenti scolastici, loro sono concentrati generalmente su prepararsi per evitare brutte figuracce a scuola, o evitare brutti voti o anche sanzioni dai genitori; queste sono motivazioni esterne che non hanno la stessa forza di quelle che provengono dall’interno, dalla motivazione alla conoscenza e alla scoperta di cose nuove.
Inoltre risulta favorevole fornire nuovi stimoli per ostacolare la noia o la poca motivazione; affrontare nuove sfide, applicare ciò che si è imparato alla vita di tutti i giorni potrebbe essere utile e proficuo nello stimolare i bambini ad impegnarsi di più ed aumentare la loro motivazione all’apprendimento.
Così come stabilire obiettivi raggiungibili; generalmente risulta controproducente proporre obiettivi potenzialmente difficili da raggiungere ai bambini, può essere invece più efficace stabilire insieme dei traguardi intermedi per raggiungere un obiettivo finale con la possibilità di premiare lo sforzo impiegato durante il percorso.
Sembrerebbero semplici regole da seguire, in realtà è bene tenere in considerazione che ogni bambino può presentare alcune normali difficoltà, per cui è importante tener presente che ciascun bambino necessita, in modo diverso e specifico, di essere sostenuto ed aiutato; sarebbe quindi opportuno riflettere sulle modalità di sostegno più adatte al proprio bambino con la possibiltà di modificare la strutturazione della modalità di svolgimento dei compiti. Allo stesso tempo queste “regole” di atteggiamento educativo vanno individualizzate anche rispetto all’età del bambino e alla classe che stanno frequentando.
Per approfondimenti:
“Coping Power” (Lochman, Wells, Lenhart).
“I compiti a casa. Genitori, figli, insegnanti: a ciascuno il suo ruolo” (Meirieu).