L’attacco di panico, ossia l’improvvisa attivazione disfunzionale del proprio stato fisiologico e mentale, è l’esatto contrario dello svenimento che corrisponde a un rapido abbassamento degli indici fisiologici e dell’attività mentale. La persona che soffre di questo disturbo sperimenta un’esperienza terribile e la prima volta che compare è un fulmine a ciel sereno, senza preavviso e molto spesso in un periodo di vita caratterizzato da forti preoccupazioni, stressante e costellato di difficoltà.
Durante una crisi di attacco di panico, il sistema cognitivo dell’individuo va in blocco e non è più in grado di dare soluzioni o di indicare piani comportamentali. Lo stato fisiologico della persona, ossia il corpo inizia a mandare dei segnali che inondano la coscienza, interferendo e intralciando la lucidità della persona. Inoltre la sensazione di confusione sperimentata dal paziente, è frequentemente dovuta all’iperventilazione e dal troppo ossigeno trasportato nel cervello.
La persona che soffre di questo disturbo, molto spesso fa un’attenzione e un controllo eccessivo al proprio stato fisiologico, interpretando i propri sintomi fisici come una minaccia che non è reale (ad esempio la paura di morire o di impazzire).
Nei pazienti che cercano un trattamento, il disturbo di panico tipicamente precede la comparsa dell’agorafobia, ossia l’evitamento delle situazioni o delle attività che, secondo chi ne soffre, potrebbero provocare gli attacchi di panico o portare a conseguenze pericolose o imbarazzanti. La persona crede che la situazione causi i suoi attacchi di panico, quindi sempre più frequentemente inizia ad evitare posti dove gli altri se ne accorgerebbero facilmente della sua difficoltà, luoghi affollati, oppure spazi aperti, autobus, treni, guidare la macchina per paura di perdere il controllo e di avere un incidente durante un attacco, spazi chiusi e posti lontani da casa o dove comunque è difficile ottenere aiuto.
Durante l’attacco si possono avere i seguenti sintomi:
- respiro affannoso;
- palpitazione;
- vertigini o giramenti di testa;
- formicolii alle mani o ai piedi;
- senso di costrizione o dolore al torace;
- sensazioni di soffocamento o di mancanza d’aria;
- sentirsi svenire;
- sudorazione;
- tremori;
- vampate di caldo o di freddo;
- bocca secca;
- nausea o nodo allo stomaco;
- debolezza alle gambe;
- visione annebbiata;
- tensione muscolare;
- impressione di non riuscire a pensare chiaramente o di non riuscire a parlare;
- impressione che le cose intorno non siano reali;
- paura di morire, di perdere il controllo, o di comportarsi in modo bizzarro.
Il trattamento cognitivo – comportamentale focalizza la sua attenzione su interventi psicoeducativi, in cui vengono fornite informazioni sul disturbo di panico, interventi di ristrutturazione cognitiva in cui i convincimenti del paziente vengono accuratamente individuati ed esaminati allo scopo di identificare i fattori predisponenti alla sensibilità all’ansia e al panico, esercizi ed homework di esposizione sia enterocettiva che situazionale, training di rilassamento e strategie di prevenzione delle ricadute. Numerosi studi riportati in letteratura, documentano l’efficacia del trattamento cognitivo comportamento per il disturbo di panico con e senza agorafobia.